Vorrei sporcarmi lentezza,
angelo inutile prezioso
fuoco di sole lento
dove l’acqua riposa con me
e carezza il canto della pelle.
Un orologio di miele
con le ore scandite da un vento caldo
ombre di cicale
silenzio del fico d’india
in un arancio
che punge la solitudine.
Che cosa vuol dire oggi: “non c’è fretta”?
Nell’ossessione della velocità paradossalmente si perde la cognizione del tempo. Ecco allora il desiderio di fermarsi per riconoscere ed edificare la solitudine di un pomeriggio assolato.
La Lentezza diventa allora una Carezza necessaria, quasi come la noia, per affondare nei limiti del silenzio e continuare ad ascoltare la vita in un modo oramai divenuto sconosciuto.
Affidarsi alle braccia di un vento senza corsa, che muove la terra arsa dai ricordi, è un coraggio di pochi, perché bagnarsi di questo valore, rivoluziona e ripara.
Lentezza Carezza è un odore estivo dove il volersi bene diventa uno strumento per rivolgersi agli altri con occhi nuovi ed un animo ricostruito.
Un profumo che trasforma la percezione di rimanere immobili, diventando «una nuova forma di resistenza, in un mondo dove tutto è troppo veloce. E dove il potere più grande è quello di decidere che cosa fare del proprio tempo», come dice Sepùlveda.
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